• Generic selectors
    Exact matches only
    Search in title
    Search in content
    Post Type Selectors

LEGGE DELEGA RIORDINO IRCCS: MANCATO IL CORAGGIO

LEGGE DELEGA RIORDINO IRCCS: E’ MANCATO IL CORAGGIO

La Vice Segretaria di ANAAO Emilia Romagna, nonchè Presidente della Commissione ANAAO/IRCCS, Maria Anita Parmeggiani, commenta il disegno di legge delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) – AC 3475.

Molte erano le aspettative che si erano create su una materia, che aveva avuto grandi promesse dal Piano Nazionale della Ricerca 2020-2022 in termini del riconoscimento della necessità di dare un forte impulso alla ricerca sanitaria, soprattutto alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia che ne ha evidenziato come assolutamente imprescindibile il potenziamento in termini di risorse.

A questo si aggiunge che la riforma nasce dal mandato della componente 2 della missione 6 del PNRR (M6C2.1 – Aggiornamento tecnologico e digitale – Riforma 1: Riorganizzare la rete degli IRCCS), con “l’obiettivo di rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie. Ciò al fine di sviluppare le potenzialità degli IRCCS e di incrementare la qualità della ricerca sanitaria in un’ottica traslazionale”. Peraltro come previsto nella NADEF 2021, costituisce un disegno di legge collegato alla manovra di bilancio 2022-2024.

Come è noto siamo molto lontani dal livello di investimento in ricerca sanitaria degli altri paesi europei e tutto ciò ci ha fatto sperare che per gli IRCCS fosse arrivato il momento di una vera riforma di tipo espansivo in termini di risorse economiche e di capitale umano, ma qui finiscono le illusioni.

L’articolo 1, comma 5 del disegno di legge delega chiarisce che “dall’attuazione della riforma non devono derivare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Diventa quindi difficile immaginare come si possa intervenire con un vero e proprio piano di sviluppo senza aumentare le risorse disponibili, ma anzi dicendo sostanzialmente alle regioni (articolo 1, comma1, lettera e), che hanno ampia titolarità in materia di riconoscimenti, che, qualora si vogliano riconoscere altri IRCCS, loro stesse devono metterci del denaro, vincolando stabilmente quote di finanziamento alla ricerca. Quote che si immagina vengano stornate dal Fondo Sanitario ricordando, peraltro, come attesta il DEF 2022 che nel triennio 2023-2025, la spesa sanitaria è prevista decrescere a un tasso medio annuo dello 0,6 e conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e PIL decresce e si attesta, alla fine dell’arco temporale considerato, ad un livello pari al 6,2 per cento.

È pleonastico dire che tutto questo renderà impossibile riconoscere nuovi Istituti, ma il combinato disposto con quanto indicato dall’articolo 1, comma1 lettera b), che riguarda le procedure di riconoscimento, conferma e revoca, attraverso le definizione di nuovi criteri non ben specificati, fa sì che, neppure tanto velatamente, si adombri la possibilità di diminuirne il numero.

Sia chiaro che introdurre criteri e soglie di valutazione elevati con meccanismi trasparenti e oggettivi sia sicuramente un’ottima cosa, ma in un piano di sviluppo che si rispetti si alza anche l’asticella delle risorse che servono per raggiungere quegli obiettivi richiesti. Sembra evidente il tentativo di limitare futuri riconoscimenti e provare a toglierne alcuni assegnati in passato. Peraltro, negli ultimi 20 anni il numero di IRCCS è passato da circa 35 a 52, con riduzione sostanziale del finanziamento complessivo ordinario di ricerca corrente. Se questi nuovi criteri di revoca e conferma saranno davvero oggettivi, trasparenti e soprattutto non penalizzanti per gli IRCCS pubblici, potrebbero migliorare complessivamente le eccellenze IRCCS, ma sui tali criteri non è dato sapere nulla se non generiche dichiarazioni. Il nodo della scarsità di risorse quindi resta in tutta la sua portata e la soluzione conseguente va nella direzione opposta allo sviluppo e al sostegno della ricerca soprattutto pubblica.

La separazione inoltre dei criteri di revoca e conferma fra mono e polispecialistici potrebbe inoltre contenere nella sua attuazione meccanismi di agevolazione dei grandi centri privati e/o dei policlinici universitari. Andrebbe previsto, che possano essere riconosciute non più di due discipline e che ciò sia possibile per tutti gli IRCCS e non solo per i policlinici universitari.

Sul fronte del personale (articolo 1, c. 1 lettera n)) punto n) è sicuramente positivo che si riduca il periodo di precariato attualmente in essere con la cosiddetta “piramide del ricercatore” che ad oggi è di dieci anni (5+5), ma il non prevederne uno sbocco di stabilizzazione nell’area della dirigenza e un accesso obbligato in sovrannumero alle scuole di specialità si traduce in una ennesima mortificazione proprio di quei giovani che rappresentano il futuro della ricerca italiana. Con l’assenza di prospettive di stabilizzazione come fatto per il personale precario dell’assistenza, (D.lgs 25 maggio 2017, n. 75 e ssmi.,) si è creato un “vulnus” profondo nella ricerca pubblica sanitaria, separandola di fatto dall’assistenza per il quale, al contrario, è stato previsto un vero e proprio percorso di reale stabilizzazione. Va anche aggiunto che le condizioni di assunzione di questo personale sono state così penalizzanti che solo un terzo scarso degli aventi diritto ha accettato e che quindi con una spesa veramente irrisoria sarebbe possibile porre fine ad una vergognosa pagina della ricerca sanitaria pubblica.

Esiste una grande differenza fra IRCCS pubblici e privati e in tema di risorse si sono sempre messi e si continuano a mettere sullo stesso piano realtà molto diverse, tant’è che molte delle norme proposte riguardano l’organizzazione dei IRCCS pubblici, che però sono solo 21 su 30.

Fra le modifiche proposte sicuramente i criteri di selezione dei Direttori Scientifici, il loro rapporto con la Direzione Generale tenta di porre fine ad annosi problemi di convivenza nelle strutture pubbliche fra realtà diverse, ricerca e assistenza, che spesso hanno anche obiettivi diversi. Ma non è certo agendo solo sui vertici delle strutture pubbliche, giacché il privato fa quello che vuole, che si risolve la dicotomia tra ricerca e assistenza. Manca completamente infatti una visione complessiva di politica del personale IRCCS pubblico che, va ricordato, ha l’obbligo non solo dell’assistenza, ma anche della ricerca. Ricerca che non compare né nei criteri di selezione, né nel tempo lavorativo, ma magicamente solo negli obiettivi di risultato. Non è solo chiarendo bene le incompatibilità dei direttori scientifici per non incorrere in conflitti di interesse, che si qualifica il sistema, ma selezionando e motivando ad hoc il personale che ci lavora.

Infine tra criterio di territorialità, bacino minimo di riferimento e dimensione sovraregionale alla lettera c) e d) dell’articolo 1, comma 1 del disegno di legge, si è capito ben poco, ma si rischia di veder riconosciuto un IRCCS dove non c’è e di negarlo dove ci sono le potenzialità o, peggio, dove c’è e funziona. Il messaggio che arriva, dalle due lettere citate sarebbe di evitare concentrazioni di IRCCS nella stessa area geografica, con possibili sbilanciamenti ed “attrattori” nella mobilità extraregionale. Fermo restando il diritto dei pazienti ad usufruire dei servizi là dove ci sono, se non disponibili nella propria regione.

Tutto ciò, sembra indirizzato principalmente alle regioni che sugli IRCCS hanno patria potestà e con cui in occasione dell’emanazione dei decreti delegati si potrebbe aprire l’ennesimo scontro, e non sarebbe certo la prima volta.

La convivenza fra ricerca e assistenza, che fa degli IRCCS un modello unico anche a livello internazionale, è un patrimonio sicuramente da sostenere e la spinta verso l’alto della qualità e la valorizzazione delle reti contenuta nella riforma va certamente in questa direzione.

Sarebbe ora che in questo paese si investisse davvero in ricerca sanitaria pubblica finanziata da soldi pubblici per valorizzare questo Sistema Sanitario Nazionale che ha dimostrato di avere, anche in tempo di pandemia, insostituibili capacità anche in territori di nicchia, ma di grande rilevanza per la salute pubblica come gli IRCCS. Pertanto auspichiamo in un intervento del legislatore in tal senso.

SEDE ANAAO REGIONE EMILIA ROMAGNA

Indirizzo:
Via Milazzo 19, 40121 Bologna (BO)

Telefono:
+39 051 249124

Email:
segr.emiliaromagna@anaao.it

Posta Elettronica Certificata

Richiesta informazioni

    Dichiaro di aver preso visione alla informativa sulla Privacy e acconsento al Trattamento dei Dati - Leggi INFORMATIVA PRIVACY

    Segreterie aziendali

    PC PR RE MO BO FE RA FC RN

    ASL PIACENZA

    Segr. Aziendale:
    Ubiali Alessandro


    a.ubiali@ausl.pc.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Ferrarese Diego


    d.ferrarese@ausl.pc.it

    AOSP PARMA

    Segr. Aziendale:
    Belletti Andrea


    abelletti@ao.pr.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Bonomini Sabrina


    sbonomini@ao.pr.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Volpi Lavinia


    volpi.lavinia@gmail.com

    ASL PARMA

    Segr. Aziendale:
    Guberti Antonella


    aguberti@ausl.pr.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Malpeli Monica


    monica.malpeli65@gmail.com

    Ref. Anaao Giovani:
    Botti Andrea


    abotti@ausl.pr.it

    ASL REGGIO EMILIA

    Segr. Aziendale:
    Rapicetta Cristian


    cristian.rapicetta@gmail.com

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Nicoli Davide


    davide.nicoli@ausl.re.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Raso Maria Gabriella


    mg.raso@yahoo.it

    Asl Modena

    Segr. Aziendale:
    Vincenzo Pulitanò


    vincenzo.pulitano@hotmail.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Natali Patrizia


    p.natali@ausl.mo.it

    Ref. Anaao Giovani:
    D’Angelo Matteo


    matteo.dangelo27@hotmail.it

    AOSP Modena

    Segr. Aziendale:
    Matteo D'Arienzo


    darienzo.matteo@gmail.com

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Monica Pecorari


    pecorari.monica@policlinico.mo.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Salvatore Donatiello


    salvo.donatiello@gmail.com

    Asl Bologna

    Segr. Aziendale:
    Sorrentino Francesco S.


    dr.fsorrentino@gmail.com

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Selva Paola


    paola.selva@ausl.bologna.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Vargiu Lucrezia


    lucrezia.vargiu@ausl.bologna.it

    AOSP BOLOGNA

    Segr. Aziendale:
    Ferrari Simona


    simona.ferrari@aosp.bo.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Ferrari Simona


    simona.ferrari@aosp.bo.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Di Micoli Antonio


    antoniodimicoli@gmail.com

    IOR BO

    Segr. Aziendale:
    Masetti Claudio


    claudio.masetti@ior.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Benini Stefania


    beniniste@gmail.com

    Ref. Anaao Giovani:
    Del Piccolo Nicolandrea


    nicolandrea.delpiccolo@ior.it

    ARPAE BOLOGNA

    Segr. Aziendale:
    Errani Ermanno


    eerrani@arpae.it

    ASL IMOLA

    Segr. Aziendale:
    Ceroni Compadretti Giacomo


    giacomoceroni@gmail.com

    Ref. Anaao Giovani:
    Galletti Martina


    g88marti@gmail.com

    AOSP FERRARA

    Segr. Aziendale:
    Succi Cristian


    c.succi@ospfe.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Fabbri Sara


    sara.fabbri76@ospfe.it

    Ref. Anaao Giovani:
    Arena Rosario


    r.arena@ospfe.it

    ASL FERRARA

    Segr. Aziendale:
    Besutti Andrea


    a.besutti@ausl.fe.it

    ASL ROMAGNA - RAVENNA

    Segr. Aziendale:
    Feletti Francesco


    francesco.feletti@auslromagna.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Mengozzi Silvia


    silvia.mengozzi@auslromagna.it

    Ref. Anaao Giovani
    Lanzarini Evamaria


    evamaria.lanzarini@gmail.com

    ASL ROMAGNA - FORLÌ/CESENA

    Segr. Aziendale:
    Feletti Francesco


    francesco.feletti@auslromagna.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Mengozzi Silvia


    silvia.mengozzi@auslromagna.it

    Ref. Anaao Giovani
    Lanzarini Evamaria


    evamaria.lanzarini@gmail.com

    ASL ROMAGNA - Rimini

    Segr. Aziendale:
    Feletti Francesco


    francesco.feletti@auslromagna.it

    Ref. Dirig. Sanitaria:
    Mengozzi Silvia


    silvia.mengozzi@auslromagna.it

    Ref. Anaao Giovani
    Lanzarini Evamaria


    evamaria.lanzarini@gmail.com